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Le certezze di Giovanna, giovane e affermato medico psichiatra, vacillano contro le inattese prese di posizione di una paziente e della sua migliore amica, Emanuela. Eppure, chiusa nella torre d'avorio delle sue conoscenze, confortata dalla razionalità su cui ha fondato la propria vita, non cede mai, nemmeno davanti alle piccole crepe che il suo sistema di difesa sembra accusare. Stordita dalla nebbia, uno stato d'animo, un malessere persistente e indefinito prima di essere una condizione atmosferica che pare non abbandonare mai la cittadina in cui si è trasferita, Giovanna fatica a ritrovare la propria lucidità. Scelte che sembravano appoggiare la sua evoluzione di medico, la sua emancipazione come donna, si rivelano invece alibi, veli di foschia dietro ai quali ha voluto celare ciò che lei, per prima, non voleva vedere. In un'escalation simmetrica, patologie evidenti e nascoste in profondità emergono ugualmente, provocando sofferenze uguali ma diverse, disseminando frantumi di quelle stesse certezze che le avevano contenute e difese.